È il ‘duello’ per antonomasia tra chi fa SEO per lavoro. Sono due strumenti molto simili che hanno fatto nascere praticamente due schieramenti contrapposti: Semrush e Seozoom.
Qual è il migliore? Chi dei due può essere usato a discapito dell’altro? Difficile rispondere a questa domanda. Noi proviamo ad analizzare alcuni punti.
Due target diversi
Prima di qualsiasi analisi al riguardo di Semrush e Seozoom è assolutamente importante ribadire una cosa: sono due strumenti assolutamente eccellenti che hanno target diversi.
Ed è proprio qui che casca l’asino. Perché, spesso, si fa confusione proprio per questo motivo. In pratica, volendo semplificare al massimo, Seozoom è perfetto per la SEO italiana (del resto, è nato in Italia, precisamente nel napoletano) mentre Semrush è l’ideale per la SEO estera.
Ed è da qui che bisogna partire per comprendere le differenze che possono esserci in questi strumenti.
Detto questo, possiamo analizzare qualche aspetto importante.
Analisi del proprio sito
L’analisi del proprio sito è completa in entrambi gli strumenti. Nel senso che, comunque, su Semrush c’è la possibilità di vedere non solo le cose da fare ma anche perché vanno fatte.
Con Semrush, praticamente, puoi dire addio ad altri tool che si occupano della SEO-on page poiché racchiude anche questo. Nel senso che ti fa l’analisi, ad esempio, delle meta description, dei title e di ciò che serve sul sito per poter migliorare il proprio posizionamento.
Seozoom, invece, si concentra su altro provando a puntare l’aspetto sul volume delle keyword e delle visite che ricevi.
Molto interessante, in tal senso, l’analisi del contenuto che scrivi parola per parola e, soprattutto, viene raffrontato il tutto con ciò che fa la concorrenza così da crearti una sorta di modello su cui basarti.
Ti consente anche di creare una sorta di struttura di copywriter per organizzare i contenuti.
Analisi backlink
Anche qui i due strumenti si comportano in maniera molto diversa. Seozoom, ad esempio, è molto schematico. Nel senso che, ovviamente, ti analizza i back link che ricevi ma a ciò accompagna un po’ di veste grafica e, in particolare, secondo alcuni suoi parametri, divide i back in varie aree, partendo da quelli di pessima qualità per arrivare ai top.
Lo fa sia per il tuo che, magari, per il sito di un competitor. Basta semplicemente inserire nella stringa apposita il sito web specifico.
Con Semrush, le informazioni sono più o meno le stesse e, a ciò, aggiunge anche il fatto di poter vedere quali link sono potenzialmente dannosi.
Visto l’elenco, è possibile scaricarlo e girarlo a Google per fare i vari disavow. Questa è una operazione molto delicata, che va fatta con cura. Non è un caso che Semrush e Seozoom sono tool per professionisti.
Facilità d’uso
Chiudiamo con la facilità d’uso. Qui, davvero, si entra nello strettamente personale. Seozoom punta molto sull’aspetto estetico e il tool si presenta molto ‘colorato’, anche a costo di perdere un po’ di istituzionalità. Come se volesse essere più ‘vicino’ agli utenti. Per quanto riguarda semrush, fermo restando che sicuramente avrai bisogno anche di maggiori informazioni su semrush per capire bene quale strumento utilizzare, qui l’aspetto è molto più freddo e minimal.
I grafici sono i più standard possibili e non lasciano spazio a fronzoli. Sono, quindi, rivolti a chi non ha alcun interesse nel vedere i vari colori o, comunque, qualcosa di piacevole alla vista. Ma semplicemente di andare dritto al punto in pochi secondi.
Ecco, come hai potuto vedere, alla fatidica domanda del titolo è praticamente impossibile rispondere. Perché questi tool, fra di loro, sono uguali e diversi allo stesso tempo